Nella casa di reclusione “Rodolfo Morandi” di Saluzzo inaugurata la sezione UniTo dedicata agli studenti detenuti iscritti

Il progetto fa parte del Polo Universitario per detenuti dell’Università di Torino, già attivo da tempo nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino
15 Luglio 2022 |
A cura della redazione

L’impegno dell’Università di Torino, sostenuto dal contributo della Compagnia di San Paolo, ha consentito, in accordo con la Direzione dell’Istituto e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP), di realizzare e dotare di idonee attrezzature, anche informatiche, una Sezione interamente dedicata agli studenti universitari.
Qui è garantita la presenza di docenti, borsisti, tutor che tengono lezioni e seminari e seguono i percorsi di studio e le relative prove di esame e di laurea.
All’evento di inaugurazione hanno preso parte il delegato del Rettore UniTo per il Polo studenti detenuti Franco Prina, la Vice-Rettrice per la ricerca delle scienze economiche, giuridiche e sociali Laura Scomparin, Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo, che da anni supporta l’Università nelle sue attività di garanzia del diritto allo studio per le persone private della libertà, l’Ufficio Pio e la Fondazione Musy, impegnati in un progetto di sviluppo e supporto al reinserimento lavorativo degli studenti detenuti che si siano laureati, e il vicesindaco di Saluzzo Franco Demaria. Presenti, oltre alla dirigenza del PRAP e dell’Ufficio per l’esecuzione penale esterna di Cuneo (UEPE), i Garanti per i Diritti dei detenuti: il Garante regionale, Bruno Mellano e quello della Città di Saluzzo, Paolo Allemano.
“Negli anni l’Università di Torino – dichiara il Rettore Stefano Geuna – ha maturato esperienze e ‘buone pratiche’ altamente qualificate nel campo della formazione avanzata alle persone detenute, ottenendo risultati eccellenti. Risultati testimoniati anche dal ruolo guida che UniTo svolge a livello nazionale per lo sviluppo di politiche volte a valorizzare il carattere rieducativo della pena mediante il recupero delle vocazioni e delle aspirazioni del singolo. L’apertura oggi di un nuovo Polo all’interno del carcere di Saluzzo rappresenta quindi il consolidamento di un’idea perfettamente in linea con la missione principale dell’università: offrire opportunità alle persone, migliorare le prospettive di esistenza della collettività, attraverso l’acquisizione dei più qualificati strumenti che i saperi scientifici mettono a disposizione”.
Il Polo Universitario per Detenuti dell’Università degli Studi di Torino è una realtà operativa da molti anni nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Dal 2019, sono state attivate le iscrizioni anche presso la Casa di Reclusione di Saluzzo, destinata completamente a detenuti in regime di Alta Sicurezza.
Attualmente sono iscritti all’Università di Torino 66 studenti, dei quali 24 a Saluzzo. I Dipartimenti coinvolti sono: Culture Politica e Società, Giurisprudenza, Studi Umanistici, Matematica, per un totale di 7 corsi di laurea triennali e 5 corsi di laurea magistrali, oltre al Ciclo unico di Giurisprudenza.
L’Università di Torino è impegnata, insieme ad altri 40 Atenei in tutta Italia, riuniti nella CNUPP (Conferenza nazionale Universitaria Poli Penitenziari) organo della CRUI, a garantire il diritto allo studio universitario a persone private della libertà personale. Sono attualmente 1.250 i detenuti iscritti in 91 Istituti carcerari.
“Il Polo Universitario per Detenuti, che abbiamo il piacere e l’onore di inaugurare oggi, conferma – conclude Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo – l’impegno della Compagnia a sostenere iniziative che, attraverso un approccio olistico alla persona e ai suoi bisogni, propongano interventi multidimensionali e di sistema, in coerenza con il rinnovato disegno politico nazionale e di ispirazione europea. Contribuiamo così a promuovere cambiamento, per guardare con maggiore serenità al futuro delle persone detenute e delle nostre comunità, in un percorso di costruzione di società più coese e più inclusive”.


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