Per estendere la digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione

Il pacchetto di misure sull’innovazione digitale contenuto nel DL sulle Semplificazioni
21 Settembre 2020 |
A cura della redazione

Il sito del MID, Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, ha pubblicato le azioni previste dal DL per favorire la diffusione di servizi pubblici in rete, agevolarne e semplificarne l’accesso da parte di cittadini e imprese. Ne elenchiamo una estrema sintesi, puntualizzandone i passi più significativi nel momento attuale e in prospettiva.

Gli obiettivi posti prevedono che i servizi delle pubbliche amministrazioni siano fruibili attraverso smartphone, per evitare file agli sportelli o ricorrere a computer fisso o portatile; occorre agevolare le imprese che vogliano sperimentare progetti innovativi; la PA dovrà “pensare in digitale”, con regole chiare e scadenze da rispettare. 

– Entro il 28 febbraio 2021, solo SPID o Carte d’identità elettronica saranno usati per accedere a tutti i servizi pubblici on line.
Questo semplificherà la vita agli italiani, che non dovranno più confrontarsi con credenziali diverse per servizio e consentirà a Enti pubblici e amministrazioni di conseguire risparmi. SPID e CIE equivalgono all’esibizione di un documento di identità. In questo modo si velocizzano le procedure e si migliora la sicurezza, evitando di mettere in circolazione copie di documenti. È possibile chiedere il rilascio della CIE prima della scadenza della carta d’identità cartacea. In questo modo sarà agevolato e accelerato l’accesso dei cittadini ai servizi in rete.
– Entro il 28 febbraio 2021 la PA deve avviare i progetti con cui l’app IO sarà l’unico canale per sbrigare pratiche amministrative attraverso lo smartphone. L’applicazione, attraverso un apposito servizio, dovrà consentire ai cittadini di effettuare autocertificazioni o presentare istanze e dichiarazioni attraverso il proprio telefono.
– Per i vari rami della PA è previsto l’obbligo di consentire l’accesso da remoto ai dipendenti, naturalmente nel rispetto delle disposizioni di sicurezza, e favorire così il lavoro agile a distanza.
Tra le principali misure vi sono disposizioni per favorire l’accesso ai servizi da parte delle persone diversamente abili.
– Quella digitale diventa la modalità “normale” con cui gli uffici pubblici interloquiscono con i cittadini, superando l’attuale impostazione di mera “incentivazione” all’utilizzo del digitale nella gestione dei procedimenti.
Il decreto introduce misure di semplificazione per la gestione, lo sviluppo e il funzionamento della piattaforma digitale nazionale dati, che vengono resi immediatamente interrogabili, disponibili e fruibili. Ai cittadini non dovranno più essere chieste informazioni che la PA già possiede. Le norme semplificano la modalità di condivisione dei dati tra i diversi uffici pubblici.
– Viene introdotto l’obbligo per lePA centrali di migrare i loro Centri elaborazione dati (Ced), che non hanno i requisiti di sicurezza fissati dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), verso un’infrastruttura ad alta affidabilità, localizzata in Italia, il cui sviluppo è promosso dalla Presidenza del Consiglio. Lo stesso obbligo viene previsto per le PA locali.
– I concessionari dei servizi pubblici producono nella loro attività dati che possono risultare utili per la gestione della cosa pubblica. Una norma del decreto obbliga di fornire allo Stato, in formato aperto, i dati prodotti nell’ambito dell’erogazione del servizio pubblico.
– Per consentire alle imprese, università, centri di ricerca, start-up universitarie di avviare la sperimentazione di progetti innovativi, per un periodo limitato di tempo basterà una semplice autorizzazione. Solo al termine, in caso di successo, il Dipartimento per l’Innovazione rappresenterà l’opportunità di un intervento normativo volto a regolamentare l’attività.


A cura della redazione
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