CFC – Climbing For Climate

Dall’evento del 14 settembre, promosso dalla RUS, Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, un appello per fermare la catastrofe climatica, proteggere la biodiversità e frenare il consumo di risorse
15 Settembre 2021 |
A cura della redazione

Rettori, Delegati e autorità rappresentative nazionali sono saliti a piedi sul Ghiacciaio più meridionale d’Europa, il Calderone, la cui percentuale di perdita di superficie è superiore alla media nazionale con il 50% e con ben il 92% di diminuzione del volume dall’era preindustriale. La manifestazione è organizzata dall’Università degli Studi di Brescia, Club Alpino Italiano (CAI) Sezione di Brescia, Atenei abruzzesi (Gran Sasso Science Institute, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi di Teramo, Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti Pescara), con i patrocini di Ministero della Transizione Ecologica (MITE), Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), SDSN Italia, Comitato Glaciologico Italiano, Universitas Montium (UNITA), RUniPace (Rete Università per la Pace) e Club Alpino Italiano.
In base all’ultimo rapporto IPCC dello scorso agosto, i cambiamenti climatici sono inequivocabili e senza precedenti in migliaia di anni. Secondo l’ultima analisi del Bulletin of the American Meteorological Society, ogni anno vengono registrati nuovi record: il 2020 è stato fra i tre anni più caldi da metà 1800 e le temperature del permafrost hanno raggiunto livelli record nella quasi totalità dei siti montani. L’involontario esperimento globale, dovuto al lockdown per il COVID, ha rilevato come, anche a fronte di una riduzione del 6%-7% delle emissioni, le concentrazioni di CO2 in atmosfera non siano diminuite, confermandone la persistenza in atmosfera di molte decine di anni.
I cambiamenti climatici hanno impatto sulla biodiversità della Terra in termini di abbondanza delle specie, distribuzione geografica, rimescolamento delle comunità biologiche, alterazione delle funzioni degli ecosistemi, in grado di generare feedback negativi anche sulla qualità della vita delle persone. Secondo il Millennium Ecosystem Assessment, l'ecosistema mondiale è cambiato più rapidamente nella seconda metà del XX secolo che in qualsiasi altro intervallo della storia umana. Per l'Europa mediterranea e l'Italia si prevede la diminuzione di fornitura in tutte le categorie di servizi: produzione alimentare, bestiame, fibre, bioenergia, pesce. I mutamenti osservati nelle comunità vegetali nelle regioni montuose europee mostrano uno spostamento degli areali di specie ad altitudini più elevate con conseguente aumento della ricchezza di specie nelle regioni montane boreali-temperate e diminuzione nelle regioni montuose mediterranee. In Italia i cambiamenti futuri previsti potrebbero delimitare nuove aree potenziali per la viticoltura, con la necessità di spostamento dei vigneti oltre i loro confini tradizionali.
Si prevede che i cambiamenti climatici ostacoleranno l'attività economica nell'Europa meridionale più che in altre regioni, aumentando le disparità regionali, in quanto molti settori economici fondamentali, come turismo, agricoltura e silvicoltura, sono direttamente esposti al rischio meteo-climatico. Secondo l’ultimo rapporto IPCC, il degrado della biodiversità e l’erosione del suolo comportano importanti conseguenze per la salute pubblica e gli equilibri geopolitici. Ne risentono maggiormente i gruppi di popolazione più fragili e vulnerabili, generando enormi problemi di “giustizia ambientale” che devono essere considerati nelle misure di adattamento.
La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) è strutturata in cinque aree, corrispondenti alle cosiddette 5P: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership, proposte dall’Agenda 2030 ONU, integrando le tre dimensioni della sostenibilità: ambiente, società ed economia.
Le Università organizzatrici propongono alla RUS di rivolgere alle istituzioni regionali e nazionali l’appello ad adoperarsi affinché il patrimonio territoriale venga preservato e arricchito. In particolare, si chiede di:
1 – individuare analiticamente i rischi per la preservazione del patrimonio territoriale e le opportunità e i benefici della sua tutela e valorizzazione;
2 – adottare misure come la riduzione di sussidi ambientalmente dannosi e l’applicazione della tassazione delle emissioni, in tutti i settori-chiave: industria, trasporti, turismo, energia, edifici, agricoltura, acque, suolo, ecc.;
3 – implementare rapidamente strumenti finanziari per i settori pubblico e privato per la protezione, rigenerazione e valorizzazione dell’ecosistema e dei suoi servizi, in chiave sostenibile;
4 – mobilitare investimenti, sostenere cultura, ricerca, tecnologia e innovazione per la conservazione e valorizzazione del patrimonio locale.


A cura della redazione
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