Il 46% delle persone crede che eviterà la crisi climatica

Una nuova ricerca evidenzia un divario significativo tra la percezione dei cambiamenti climatici e la gravità dell’emergenza.
10 Settembre 2021 |
A cura della redazione

A 50 giorni dall'inizio del vertice COP26, in programma a Glasgow (Scozia) in novembre, Epson annuncia i risultati del suo Climate Reality Barometer (Barometro sulla realtà climatica). Il sondaggio raccoglie esperienze e percezioni globali sui cambiamenti climatici: hanno partecipato 15.264 persone da 15 Paesi(1), tra cui l'Italia. La ricerca di Epson scopre un divario potenzialmente pericoloso tra la realtà climatica e la comprensione dei suoi effetti catastrofici.

L'obiettivo dell'Epson Climate Reality Barometer, pensato per inquadrare il dibattito in occasione del COP26, è sensibilizzare l'opinione pubblica sull'impatto dei cambiamenti climatici, influenzare decisioni aziendali importanti e informare meglio i decisori. 

Il divario con la realtà: c'è ottimismo nonostante le evidenze

Quando sono state poste domande sulla capacità del genere umano di evitare una crisi climatica nel corso della loro vita, quasi la metà degli intervistati (46%) ha affermato di essere "molto" o "abbastanza" ottimista. Questo dato supera in modo significativo il 27% di coloro che si dichiarano molto o abbastanza pessimisti.

Il quadro europeo (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito) suggerisce una visione più equilibrata. In Europa l'ottimismo generale sulla capacità di evitare una crisi climatica scende al 39%, rispetto al pessimismo che sale al 33%. Mentre i francesi sono i più ottimisti (42%) e gli spagnoli si rivelano i più pessimisti (39%), il 38,8% degli italiani si dichiara ottimista contro un 34,1% che afferma di essere pessimista.

 Nel complesso, i motivi più comuni a sostegno di questo ottimismo sono la crescente consapevolezza dell'opinione pubblica sui cambiamenti climatici (32%), la capacità della scienza e della tecnologia di fornire soluzioni (28%) e la transizione verso le energie rinnovabili (19%). In termini globali, il 5% degli intervistati ritiene che non vi sia affatto un'emergenza climatica, con la Germania (7%) e il Regno Unito (6%) in cima all'elenco dei negazionisti climatici europei.

Per quanto riguarda l'Italia, gli ottimisti sono guidati soprattutto dalla convinzione che le persone sono più consapevoli dei pericoli del cambiamento climatico (32,9%) e che scienza e tecnologia permetteranno di risolvere i problemi (26,9%) oltre che dalla ricaduta positiva che avrà la riduzione nell'uso di combustibili fossili come il carbone a favore di fonti rinnovabili come l'energia eolica (23,3%). I pessimisti sono invece guidati principalmente dalla convinzione che le persone non sono consapevoli dei pericoli del cambiamento climatico (52,2%), dalla sensazione che c’è una mancanza di azioni da parte del governo (23,1%) e dall'idea che il passaggio a fonti di energia rinnovabile non sarà abbastanza veloce (14,8%).

Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC) indica che ci vorranno millenni per invertire alcuni cambiamenti climatici causati dall'uomo e, data una serie di eventi – tra cui la massima temperatura europea fatta registrare in Italia, gli incendi boschivi in Francia e Spagna e le alluvioni in Germania – i risultati del Barometer suggeriscono un trionfo dell'ottimismo in rapporto alle evidenze e un pericoloso divario rispetto alla reale situazione climatica.

Henning Ohlsson, Director of Sustainability, Epson Europe, ha dichiarato: "L'emergenza climatica è davanti agli occhi di tutti ed è davvero preoccupante che così tante persone non ne riconoscano l'esistenza, o addirittura la neghino. E' un campanello d'allarme per tutti, governi, aziende e singoli cittadini, affinché tutti collaborino in modo che il vertice COP26 prenda le decisioni e ispiri le azioni necessarie per mitigare i cambiamenti climatici".


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