La Space Economy nel mondo vale circa 550 miliardi di dollari e l’Italia è uno dei paesi più attivi nel settore. Merito di quasi 300 aziende che coinvolgono 7000 addetti, generando un fatturato di circa 2 miliardi di euro. E dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che ha un ruolo di coordinamento e promozione, in Italia e non solo. Ne abbiamo parlato con il direttore generale Luca Vincenzo Maria Salamone.
Qual è il ruolo del settore pubblico e di quello privato nella Space Economy? Quale il ruolo di ASI?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione nel e del settore Spazio che ha ridefinito il rapporto pubblico-privato con un deciso cambio di paradigma. Faccio riferimento al fatto che l’interesse del settore privato, e il conseguente flusso di capitali dell’ultimo decennio, ha incoraggiato gli attori pubblici ad aggiornare e potenziare il proprio ruolo in questo settore – tra l’altro da sempre appannaggio degli attori istituzionali – innescando un processo evolutivo delle attività spaziali. Le agenzie nazionali e gli attori pubblici collegati alla c.d. Space Economy sono sempre più attenti e consapevoli riguardo gli aspetti di commercializzazione delle attività e dei servizi, anche in funzione delle prospettive di crescita di questo specifico settore. Vi è una maggiore attenzione verso la riduzione dei costi, verso nuove metodologie di collaborazione tra istituzioni e attori privati, non solo industriali ma anche finanziari, e un’apertura sulla nascita di nuovi modelli d’impresa, di innovazione legislativa o economica a supporto delle partnerships pubblico-private. Il tutto al fine di sostenere una crescita sostenibile e duratura della Space Economy.
Un settore, quello della Space Economy, sempre più trainante, con un valore mondiale di quasi 550 miliardi di dollari, e dall’importanza sempre crescente grazie ai servizi di navigazione, telecomunicazione e monitoraggio del Pianeta destinati a utenti sia pubblici che privati. Se guardiamo agli sviluppi futuri, i dati indicano un valore stimato crescente di oltre un trilione di dollari nel 2040.
In questo scenario, l’Italia si colloca in una posizione di assoluto riguardo. L’economia dello spazio made in Italy è una delle poche caratterizzate da una filiera industriale completa in ogni suo segmento, da molte PMI, fino a grandi aziende in grado di finalizzare progetti all’avanguardia. L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) svolge un ruolo decisivo, non legato unicamente ad attività di consulenza e coordinamento all’interno del sistema industriale e di ricerca, ma anche alla promozione, incubazione e supporto per le start-up, rafforzandone la competitività. Sono poco meno di 300 le aziende del settore spazio in Italia, tra grandi imprese e PMI altamente tecnologiche e specializzate, che coinvolgono circa 7.000 addetti, in grado di generare un fatturato annuo che sfiora i 2 miliardi di euro.
L’ASI, nei suoi trentacinque anni di attività, è diventata un punto di riferimento fondamentale in diverse attività non solo in ambito nazionale, si pensi a quelle previste dal PNRR, ma anche a livello europeo e internazionale. L’Agenzia è in prima linea a supporto dei programmi dell’ESA, per i quali è il terzo contributore a livello europeo; allo stesso tempo continueranno le attività volte a favorire la migliore e maggior partecipazione della comunità spaziale nazionale anche ai programmi selezionati dall’Unione Europea, come ad esempio “Galileo” e “Copernicus”. Attraverso un’intensa “diplomazia spaziale”, l’ASI instaura numerose collaborazioni con analoghe agenzie straniere, per portare avanti congiuntamente attività di ricerca e di sviluppo di tecnologie e missioni di interesse comune e strategico.
Quale sarà l’evoluzione del settore nei prossimi anni dal suo punto di vista? Ritiene che ci siano ancora importanti margini di crescita?
Come già accennato, l’evoluzione del settore spaziale è in forte crescita. Stiamo andando incontro a nuove sfide scientifiche e tecnologiche, con ulteriori potenziali ricadute positive per la nostra Nazione. Dalla conquista della Luna ai viaggi interplanetari verso Marte.
Con la missione “Artemis” della NASA, dove l’Italia, attraverso l’Agenzia, è stata tra i primi firmatari degli “Artemis Accords”, torneremo sulla Luna per restarci. Il nostro satellite rappresenta anche un’ideale rampa di lancio per le future missioni umane su Marte.
La partecipazione italiana al programma “Artemis” si sviluppa grazie al fondamentale contributo e all’importante lavoro di cooperazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana, l’industria italiana, gli enti di ricerca e le università. Competenze acquisite nel corso degli ultimi anni con il lungo e importantissimo lavoro di realizzazione, gestione e sfruttamento scientifico della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
In particolare, l’Italia, grazie all’esperienza e al ruolo ormai acquisito per la ISS, mira a fornire al nuovo programma lunare diversi servizi, anche mediante l’utilizzo di infrastrutture a terra e in orbita lunare e di telecomunicazione Terra-Luna. A Torino, ad esempio, grazie a un accordo tra ASI e Altec, verrà realizzato un Centro di Simulazione e Controllo Missioni Robotiche Lunari.
Anche in vista delle future missioni marziane, l’ASI è presente e finanzia una serie di iniziative dedicate allo studio del pianeta rosso che vedono l’Agenzia in prima linea nelle missioni internazionali avviate già a inizio millennio, come ExoMars, e in quelle future.
E’ evidente che questa incredibile impennata delle attività spaziali sia a livello nazionale che internazionale richiede un forte capitale umano, altamente specializzato e con profili di varia natura: non solo ingegneri, fisici e matematici, ma anche professionalità sia nel campo della cyber security e della comunicazione, che in quello medico, alimentare e giuridico-amministrativo, solo per fare degli esempi. Il settore spaziale ha fame di competenze, per cui è necessario invogliare sempre più le giovani generazioni a studiare le cosiddette materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics).
Al riguardo, l’Agenzia pone una particolare attenzione nella formazione dei futuri addetti ai lavori. Lo Statuto dell’ASI infatti prevede tra i compiti principali la diffusione della cultura e l’informazione sulle attività di ricerca, per avvicinare sempre di più i giovani alla conoscenza di un settore sfidante come quello spaziale.
Vorrei concludere ricordando che il 2024 ha già fornito evidenza dei margini di crescita del settore spaziale per i prossimi anni. Abbiamo inaugurato l’anno con la prima missione commerciale, AX-3 di Axiom, che ha portato l’ottavo astronauta italiano a bordo della Stazione Spaziale internazionale con sette esperimenti a guida ASI. Più in avanti avremo lo IAC2024, l’International Astronautical Congress, la più importante manifestazione mondiale nel settore dello Spazio, che si svolgerà quest’anno a Milano e che ha l’ASI tra i propri organizzatori. Infine concluderemo con l’anniversario dei sessant’anni dal lancio del primo satellite italiano, il San Marco, il 16 dicembre, che celebreremo in occasione della Giornata Nazionale dello Spazio. L’ennesimo trampolino di lancio verso un futuro spaziale sempre più in espansione.
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