Parking Wars

La ricerca di un parcheggio per gli oltre 43 milioni di veicoli circolanti in Italia rischia di trasformare le città in uno scenario di guerra. Più che dall’impiego di vigili urbani in assetto anti sommossa, la risposta arriva dalla tecnologia con i sistemi di parcheggio intelligente. In questo modo saranno le automobili, magari aiutate da navigatori e smartphone, a trovare il posto giusto il più vicino possibile
17 Febbraio 2020 |
Michele Ciceri

Secondo le statistiche riferite a una vita media di 82 anni sono 27 quelli che passiamo a dormire. Non sono pochi ma è niente paragonato al riposo della nostra automobile che, stando ai dati, trascorre in parcheggio il 95 per cento della sua vita utile. Se a questo aggiungiamo il tempo che passiamo a cercarne uno di parcheggio (buona parte dei 7 anni della nostra vita che passiamo nel traffico) ecco che della macchina ci viene un’idea per niente romantica e altrettanto pragmatica: un oggetto, costoso, da parcheggiare. Alla luce di questo, e dei 43,2 milioni di veicoli immatricolati circolanti in Italia, non stupisce che il parcheggio sia diventato l’incubo delle città, oltre che degli automobilisti.



Tassare non serve

Decisamente la questione parcheggi meriterebbe di essere affrontata in maniera più sistematica di quanto si sia fatto finora, e all’interno di un quadro più ampio di pianificazione della mobilità urbana. Per molti anni ci si è omologati all’idea di una soluzione fatta di parcheggi a pagamento, senza tenere conto del fatto che la tariffa del parcheggio è un costo che pochi automobilisti sono disposti a sostenere perché essa abbia un impatto significativo sulla riduzione del traffico, e che una strategia di questo tipo non incide sul traffico parassitario dei veicoli in cerca di parcheggio. Per questo oggi ci si sta orientando in un’altra direzione, che è quella di indirizzare l’automobilista verso il primo posto disponibile seguendo il percorso stradale più breve. Tenuto conto di previsioni che da qui al 2050 annunciano un aumento del 30 per cento circa del traffico veicolare urbano, la presa in carico del problema appare non più procrastinabile.



Il contributo della tecnologia

Giordano Ambrosi, marketing manager della Intercomp

Attualmente il contributo più interessante in tema parcheggi arriva dalla tecnologia digitale e consiste in una varietà di sistemi – dispositivi, App, software, sensori inseriti sotto l’asfalto – che indirizzano i conducenti verso un’area di sosta disponibile riducendo il traffico della strada e con esso l’inquinamento atmosferico da polveri sottili. In alcuni casi questi sistemi aggiungono altri servizi, come la possibilità di pagare la sosta dallo smartphone o raccogliere dati di qualche tipo rendendoli disponibili ai gestori della viabilità, ma di fondo l’obiettivo primario è quello di semplificare la vita a chi guida e nel contempo ai residenti. “Il punto è che il parcheggio è una risorsa pubblica limitata e deve essere gestita al meglio – afferma Giordano Ambrosi, marketing manager della Intercomp, azienda veronese detentrice del marchio brevettato Smart Parking Systems – non solo per dare maggiore disponibilità di sosta, ma anche per valorizzare uno spazio, e quindi un servizio, verso un utente che ha delle esigenze specifiche perché può trattarsi di uno studente, di un lavoratore o di un disabile. Partendo da casi pratici, possiamo affermare che dove abbiamo installato Smart Parking Systems abbiamo riscontrato un incremento dell’utilizzo delle aree di sosta, mantenendo una costante disponibilità di parcheggio, riducendo inoltre il tempo di ricerca. Abbiamo quindi compreso che le città hanno generalmente un’ampia disponibilità di parcheggio, ma solitamente non viene sfruttata perché l’utente è condizionato da determinate abitudini o non è informato a sufficienza”.
L’aspetto davvero rivoluzionario dei sistemi di parcheggio informatizzato è la possibilità di generare valore per l’intero ecosistema cittadino, grazie ai sottostanti sistemi di analisi e gestione dei dati attraverso cui gli amministratori possono personalizzare l’erogazione del servizio di sosta a seconda delle esigenze territoriali e sociali della città. I cittadini, a loro volta, trovano nella digitalizzazione della sosta una risposta alle loro necessità e producono un impatto sostenibile verso il territorio in cui vivono. “Il valore – sottolinea Ambrosi – risiede dunque nella capacità di analizzare e diversificare la domanda e l’offerta di parcheggio sulla base delle necessità urbane. Attraverso il nostro strumento tecnologico si riesce a trasformare un problema in una risorsa, senza il bisogno di aumentare il numero dei parcheggi ma soddisfacendo esigenze particolari, e producendo allo stesso tempo una maggiore ricchezza”.

Gabriele Allievi, AD di Bosch Italia

La tecnologia sviluppata da Bosch si chiama invece community-based parking, e anche in questo in caso serve a facilitare la ricerca del posto giusto per la propria auto. “Attualmente il sistema è in fase di test a Stoccarda e in alcuni centri in Germania – afferma Gabriele Allievi, amministratore delegato di Bosch Italia – ma già nel 2018 seguiranno altri test in venti città statunitensi, tra cui Los Angeles, Miami e Boston”.
Il community-based parking di Bosch è progettato per agevolare la ricerca dello spazio di parcheggio adatto alla propria auto, quello lungo abbastanza per intenderci. Il segreto sono i sensori a ultrasuoni del sistema di assistenza al parcheggio che consentono di individuare e misurare gli spazi tra i veicoli parcheggiati durante la marcia. Queste informazioni vengono poi trasferite in tempo reale a una mappa digitale che i guidatori possono consultare per trovare i parcheggi liberi più vicini. Basta avere il navigatore in auto, o uno smartphone a portata di mano, e il parcheggio diventa una specie di videogioco.
Accanto al misuratore di parcheggi in tempo reale, Bosch propone la App Parkineers, in questo caso progettata per semplificare la ricerca vera e propria del posto libero, con cui gli automobilisti possono condividere informazioni sulle limitazioni relative al parcheggio. “Con App Parkineers gli utenti diventano infatti parte di una community e possono rendere i loro avatar visibili a tutti, segnalando le aree che hanno più probabilmente spazi liberi e mappare la situazione dei parcheggi attorno a loro”, spiega Allievi. L’applicazione, attualmente, è disponibile per gli utenti iOS e Android in Germania.
Ci sono anche situazioni in cui il parcheggio è sempre disponibile, magari in un garage privato o in un posto assegnato di un silos sotterraneo, e il problema è accedervi senza cioccare la macchina. Per questo è stata pensata la funzionalità Home Zone Park Pilot, che è in grado di apprendere e rendere ripetibile una manovra ricorrente, compreso l’avvicinamento ai 100 metri circostanti lo spazio del parcheggio. Il guidatore non deve fare altro che insegnare per una volta al veicolo la manovra durante una sessione di prova e salvarla. A partire da quel momento, l’auto si parcheggerà autonomamente nello spazio di parcheggio preimpostato senza che chi sta al volante debba controllarne le manovre. Per quanto riguarda l’orientamento, l’Home Zone Park Pilot si affida a dodici sensori a ultrasuoni e a una videocamera stereoscopica che riconosce gli oggetti rilevati durante la sessione di prova e, di conseguenza, di guidare in tutta sicurezza la vettura verso il proprio spazio di parcheggio.



Da dove cominciare?

Ci sono le tecnologie di bordo per i veicoli, le App per gli smartphone dei guidatori e i sistemi stradali realizzabili dalle amministrazioni cittadine. La domanda è: da dove cominciare?
Nel caso di Bosch la direzione è quella dei veicoli a guida autonoma, con tecnologie sempre più evolute. Per capire il motivo di questa scelta basta guardare all’ultima edizione dello IAA, il Salone Internazionale dell’Automobile, dove sono state presentate numerose soluzioni tecnologiche per rendere la guida più facile. Aggiornare il software e le App è un’azione naturale per chiunque possieda uno smartphone. Oggi Bosch applica lo stesso principio anche alle auto, con aggiornamenti totalmente over-the-air. Il software del veicolo viene mantenuto sempre aggiornato, e vengono aggiunte nuove funzionalità all’auto in modo criptato e protetto da accessi non autorizzati. Ciò consente di provare e attivare alcune soluzioni innovative quali il parcheggio automatizzato, il community-based parking e gli assistenti di corsia.
Perfectly Keyless di Bosch trasforma invece lo smartphone in una chiave della vettura. Grazie a questo nuovo sistema di accesso al veicolo, l’automobilista può aprire, avviare e chiudere il proprio veicolo senza dovere cercare le chiavi. Il sistema Perfectly Keyless identifica automaticamente la chiave di sicurezza digitale unica sullo smartphone dell’utilizzatore. Solamente quando rileva che l’utilizzatore è a una distanza inferiore a due metri il sistema sblocca la porta. Inoltre, il veicolo non si avvia sino a quando il sistema di accesso non rileva lo smartphone all’interno del veicolo. Il proprietario dell’autovettura può utilizzare l’app per concedere l’accesso al veicolo ad altri utilizzatori. 


Le città hanno spesso tanti parcheggi non sfruttati perché l’automobilista è condizionato dalle abitudini oppure non è informato abbastanza

Un’altra novità, che non riguarda tipicamente il parcheggio, è la diagnostica predittiva, in pratica un sistema pensato per capire quando la macchina si guasterà prima che il guasto appaia e ci lasci in panne in mezzo alla strada. Durante la marcia normale, la diagnostica predittiva utilizza i dati e le informazioni del cloud per analizzare la condizione dei componenti principali. Se i dati indicano che i componenti sono usurati, il guidatore ne viene informato in anticipo rispetto alla comparsa del problema e riceve il consiglio di recarsi in officina.
Con la soluzione Smart Parking Systems, Intercomp ha scelto la strada dell’approccio integrato. “Oggi sul mercato troviamo soluzioni che risolvono esigenze particolari, come i pagamenti del parcheggio online rivolti ai cittadini, nessuna però propone una visione d’insieme”, afferma Giordano Ambrosi. “Il nostro sistema invece è stato realizzato per essere una soluzione completa, rivolta a un intero ecosistema, una combinazione di software e hardware che consente di soddisfare tutte le esigenze. Pensiamoci bene: le amministrazioni cittadine devono tenere traccia di tutti i dati geolocalizzati, quindi i pagamenti, le attività e gli incassi. Contemporaneamente il team di manutenzione deve poter localizzare le periferiche guaste, i parcometri da svuotare, le parti da sostituire. Intanto gli accertatori della sosta devono capire dove e quando le infrazioni avvengono maggiormente, in modo da contrastare il fenomeno di illegalità legato alla sosta, non limitandosi a sanzionare i singoli casi. Il cittadino, infine, deve accedere a servizi avanzati per pagare e per ricevere informazioni sulla disponibilità di sosta. Smart Parking Systems risolve tutte queste esigenze così come quelle che si presenteranno in futuro, perché siamo produttori e sviluppatori dell’intera soluzione. Questo non significa che il nostro sia un sistema chiuso, anzi, proprio per le competenze sviluppate siamo in grado di interfacciarci con qualsiasi soluzione esistente, riducendo l’impatto economico per i Comuni e permettendo loro di utilizzare soluzioni per cui hanno già investito denaro”.



La questione delle soste speciali

Un nervo scoperto dell’ecosistema cittadino sono i parcheggi riservati al carico e scarico delle merci, ai mezzi di soccorso o ai disabili. Possibile che non esista un sistema per gestirli meglio e disincentivarne l’utilizzo non autorizzato? 
“Il parcheggio è un bene comune a tutti i cittadini, ma non solo, la sosta dei veicoli deve anche essere strategicamente garantita e gestita per specifiche categorie sociali”, dice Ambrosi di Intercomp. “Con Smart Parking Systems offriamo un modo unico e indispensabile per gestire il posteggio disabili che consente all’utente di: trovare parcheggio con maggiore facilità attraverso la App mobile; segnalare la propria sosta; contribuire all’eliminazione delle violazioni su stallo per disabili”.
Il primo passo strategico da compiere da parte di un’amministrazione comunale che decidesse di implementare uno Smart Parking System è definire i criteri di riferimento per quanto riguarda le violazioni e le registrazioni. In tema di violazioni si tratta soprattutto di stabilire quanto tempo deve trascorrere prima che il sistema segnali il problema agli organi di competenza attivando così il processo di sanzione. Una volta deciso questo, che ovviamente può essere diverso da un’area all’altra, il sistema può automaticamente inviare un alert al Comune una volta che riscontra potenziali violazioni, al Corpo di Polizia o agli accertatori per attivare il meccanismo di sanzione. Installare un sistema preciso e mirato consente certamente alle amministrazioni di contrastare fenomeni illeciti legati all’attività di sosta.
Per quanto riguarda i criteri di registrazione, qui si tratta di stabilire come il Comune intende registrare gli autorizzati a sostare su specifici parcheggi. Nello specifico caso dei disabili si può ad esempio consentire alle persone di: registrarsi presso le colonnine con apposite card rilasciate dalle amministrazioni;  registrarsi tramite App mobile incrociando i registri dei Comuni o i registri nazionali;  integrarsi con registri europei. In automatico, il servizio verrebbe assicurato in tutte le città in cui Smart Parking Systems è attivo. “La combinazione regolamentata dei criteri di violazione e registrazione della sosta permette all’utente di avere garantito un diritto fondamentale, riducendo i limiti sociali delle nostre città. Una persona disabile potrà inoltre avere indicato sulla propria App mobile di navigazione tutti i posteggi liberi vicino alla sua destinazione”, aggiunge Ambrosi.
Anche Bosch ha messo la testa dei suoi ingegneri sulla questione dei parcheggi speciali, e nei prossimi anni si propone di rendere connesso e autonomo il traffico merci in città. “Al momento l’azienda sta sviluppando nuovi servizi logistici. Un esempio sono i sensori micro-elettromeccanici integrati che consentono di monitorare il trasporto merci. L’obiettivo in questo caso è ridurre i costi, migliorare l’efficienza logistica e provvedere alla riduzione del carico per le infrastrutture”, spiega Gabriele Allievi.



Cambia il modo di muoversi in auto, e i parcheggi?

Guardando alle nostre città non si può non notare la crescita del car sharing (+ 26% tra il 2015 e il 2016) e chiedersi se la mobilità in condivisione avrà un impatto forte sulla viabilità e di conseguenza sui parcheggi. Il punto di vista degli operatori del mercato è certamente tra i più interessanti visto il loro coinvolgimento negli sviluppi e negli investimenti futuri. Chiara l’opinione di Giordano Ambrosi di Intercomp: “Il car sharing è una nuova esigenza di movimento che contribuisce dal punto di vista sociale nella diffusione di comportamenti virtuosi più attenti a limitare eventuali forme di spreco. Dal punto di vista pratico però è troppo specifico e ancora troppo poco diffuso per poter avere un peso sull’abbassamento del tasso di inquinamento urbano”.
Per Bosch, la guida autonoma sta iniziando ad assumere una forma sempre più concreta e, se abbinata al car sharing, può contribuire a migliorare enormemente le criticità della mobilità e del parcheggio urbano. “Assieme a Daimler, la nostra azienda sta per lanciare sulle strade urbane flotte altamente automatizzate di veicoli in sharing. Il debutto è già programmato per l’inizio del prossimo decennio. Questo migliorerà nettamente i flussi del traffico e contribuirà a far crescere la sicurezza. Secondo un sondaggio su scala globale, la metà dei consumatori accoglierebbe con favore un’auto a guida autonoma capace di sollevarli dal gravoso compito della guida e in grado di destreggiarsi nel traffico cittadino”, afferma l’ad di Bosch Italia. Al CES 2018, una start-up della piattaforma interna Bosch dedicata proprio alle nuove imprese, ha presentato l’app MyScotty come soluzione per la città connessa. Attualmente l’App consente di utilizzare e pagare servizi locali di mobilità condivisa di diversi fornitori. Basta un’unica registrazione per avere accesso permanente a migliaia di auto, biciclette e scooter, rendendo necessarie molte meno App. MyScotty ha debuttato in Germania a metà del 2017 e sta per essere lanciata in altri Paesi ma non in Italia per il momento, in attesa di condizioni più mature.



Un mondo di App

Cominciamo dalle App per trovare parcheggio. Si può provare con Parkopedia, molto utile perché ha mappato e classificato ben 38 milioni di posti auto in 75 paesi nel mondo, grazie soprattutto al contributo degli automobilisti. Con Parkopedia è possibile trovare parcheggio inserendo un indirizzo o indicando la propria posizione, ottenere indicazioni stradali e informazioni sul parcheggio (per esempio i costi e gli orari) e selezionare il posteggio preferito in base al criterio preferito.
ParkTAG consente di scegliere il parcheggio nella zona preferita, essere guidati fino a lì e condividere con altri utenti lo stato del posteggio in tempo reale. Per esempio si può comunicare quando si libera il posto auto che si sta occupando, e lasciare così lo spazio a qualcuno che lo sta cercando. Con un po’ di senso civico, certo. Parkopedia e ParkTAG sono disponibili sia per iOS che Android.
Poi ci sono le app per pagare il parcheggio. EasyPark è interessante per la facilità di utilizzo e perché non prevede un importo minimo, in questo modo permette di risparmiare. Prima si scarica l’App, poi si selezionano la targa dell’auto e la zona. Si può aumentare o diminuire il tempo di sosta in base all’effettiva permanenza. Unica avvertenza: sul cruscotto va esposto un biglietto con la dicitura “pagato EasyPark”.
MyCicero funziona più o meno come EasyPark, e si può attivare o disattivare la sosta con una chiamata gratuita, un messaggio o tramite il risponditore vocale. In più si possono acquistare abbonamenti e permessi ZTL.
Pyng è riservato ai possessori di Telepass, di conseguenza la targa è già collegata all’App e tutto diventa più semplice: l’importo della sosta va sul conto Telepass, il che consente di dimenticare la carta di credito. Con Ping le aziende e i liberi professionisti possono recuperare l’iva della fattura.



E se potete… fatevi il box

A parte il fatto che il box diventerà la postazione privilegiata per ricaricare le vetture elettriche, argomento sufficiente a consigliarne l’acquisto, e a parte il contributo che i garage privati offrono alla viabilità pubblica, ci sono anche le agevolazioni fiscali previste per l’edilizia in cui l’Agenzia delle Entrate ha inserito una sezione speciale al capitolo box. Chi ristruttura o realizza ex novo un garage  può contare su un bonus del 50% su un importo massimo di 96.000 euro, anche se la spesa è realizzata in economia. Attenzione solo al vincolo pertinenziale, perché il box per il quale si chiede l’accesso alla detrazione fiscale deve essere di pertinenza di un’abitazione. Spesso casa e box vengono acquistati assieme, con un unico atto notarile, e il vincolo di pertinenza del box con la casa è indicato nell’atto, per cui le spese documentate sono detraibili senza problemi. Nel caso in cui i pagamenti relativi al box non siano stati fatti con un bonifico ‘dedicato’, serve invece una dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio da parte dell’impresa.





Michele Ciceri
Giornalista professionista, ghostwriter, speaker, coordinatore di eventi e convegni. Energia, Ambiente, Green ICT, Terzo Settore. Ufficio Stampa Cancro Primo Aiuto Onlus. Già redattore e caporedattore in cronaca.

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