1,5 trilioni di dollari. Questo è il valore che il mercato globale delle smart infrastructure raggiungerà entro il 2030.A dirlo è il “Global Strategic Industry Report 2025”, pubblicato da Research and Markets. Già lo scorso anno l’intero settore valeva circa 485,2 miliardi. Una crescita spinta sopratutto dall’integrazione tra tecnologie emergenti come Internet of Things (IoT), smart grid, trasporti di nuova generazione e intelligenza artificiale. Una transizione digitale che nonni configura solo come una risposta alle sfide urbane e ambientali, ma anche come un’opportunità per ridefinire modelli di business e governance urbana.
La trasformazione delle smart infrastructure in corso si fonda su un’evoluzione strutturale delle tecnologie digitali.
L’Internet of Things consente di interconnettere oggetti fisici – dai semafori alle reti idriche, fino ai parcheggi e agli edifici pubblici – che trasmettono dati in tempo reale per migliorare efficienza e manutenzione. Quando questi dati vengono aggregati e analizzati tramite algoritmi di intelligenza artificiale e piattaforme di data analytics diventano uno strumento strategico per la governance urbana.
Le smart grid sono reti elettriche digitalizzate e interattive che permettono di gestire la domanda e l’offerta in tempo reale, facilitando l’integrazione delle fonti rinnovabili e il bilanciamento dei carichi. Il risultato è una maggiore efficienza energetica, una riduzione delle perdite e una maggiore resilienza delle infrastrutture critiche.
Tecnologie di cui beneficia anche la mobilità: i sistemi di trasporto intelligenti, infatti, permettono di ridurre la congestione urbana, ottimizzare i percorsi del trasporto pubblico, migliorare la sicurezza stradale e abbattere le emissioni.
Il boom delle infrastrutture intelligenti porta con sé anche una serie di criticità che non devono essere sottovalutate. In primis, la cybersecurity perché l’interconnessione espone i sistemi urbani a nuovi rischi, dal sabotaggio di infrastrutture critiche al furto di dati sensibili. In tal senso il principio “security by design” deve essere integrato fin dalla fase progettuale.
Un altro fronte aperto è quello della governance dei dati. In questo caso la trasparenza, l’accessibilità e la tutela della privacy sono aspetti fondamentali per costruire un rapporto fiduciario tra cittadini, istituzioni e operatori privati.
Infine, non va dimenticata la sostenibilità ambientale e sociale. Le smart infrastructure, infatti, devono essere non solo efficienti, ma anche inclusive, riducendo le diseguaglianze di accesso ai servizi urbani e contribuendo alla transizione ecologica. In tal senso l’impiego di materiali a basso impatto ambientale, il riciclo dei componenti elettronici e il risparmio energetico sono obiettivi che non possono essere falliti.
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