La UE guarda a un accesso e impiego dei dati più equilibrato

Il parlamento europeo ha adottato la sua posizione che mira a contribuire allo sviluppo di nuovi servizi digitali.
16 Marzo 2023 |
Aldo Carabellese

Ieri, martedì 15 marzo, il parlamento europeo ha adottato la sua posizione che mira a contribuire allo sviluppo di nuovi servizi digitali, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale dove sono necessarie enormi quantità di dati per formare gli algoritmi. Inoltre, la normativa dovrebbe abbassare i prezzi dei servizi post-vendita e delle riparazioni di dispositivi connessi.

La normativa sui dati (Data Act, in inglese) stabilisce norme europee sulla condivisione dei dati generati dall’uso di prodotti connessi o servizi similari come ad esempio “l’internet delle cose” e le macchine industriali, al fine di garantire un’imparzialità dei contratti di condivisione dei dati.

La legge che regola l’accesso dati, adottata dall’Unione europea nel 2022, definisce chi può creare valore usando i dati e fornirà un maggior numero di dati da utilizzare contemporaneamente regolamenterà quali soggetti possono accedere e utilizzare determinati dati, e per quali scopi, in tutti i settori economici.

Una spinta all’innovazione

Questa normativa sui dati mira a incoraggiare l’innovazione eliminando barriere che ostacolano l’accesso ai dati per consumatori e imprese. La quantità di dati generati dalle persone e dalle macchine sta crescendo in modo esponenziale e sta diventando un fattore fondamentale per l’innovazione da parte delle imprese e delle autorità pubbliche (ad esempio la creazione di città intelligenti). In effetti questo flusso di dati può essere paragonato al petrolio per la mole di risorse che mette in movimento.

Sono state approvate misure per consentire agli utenti di accedere ai dati da loro generati in quanto essi secondo le elaborazioni diffuse dalla commissione non vengono mai utilizzati per circa l’80%.

Con questa proposta, le aziende potranno decidere quali dati possono essere condivisi, mentre il produttore potrà scegliere di non rendere disponibili alcuni dati “per scelta”. La normativa dovrebbe inoltre riequilibrare il potere negoziale a favore delle piccole e medie imprese nella stesura dei loro contratti di condivisione di dati, tutelandole da clausole vessatorie imposte da aziende in posizione predominante.

Si aprirà ora il negoziato con il Consiglio sulla forma finale della legge, non appena quest’ultimo avrà approvato il proprio mandato.

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