La maturità digitale dei Comuni italiani è in miglioramento, grazie anche alle risorse stanziate dal Pnrr. Risorse che stanno diminuendo anche il divario tra Nord e Sud e tra piccole e grandi città. A dirlo è la settima edizione dell’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo realizzata da FPA, società del gruppo DIGITAL360, per Deda Next. La ricerca ha analizzato lo stato di avanzamento delle amministrazioni comunali italiane negli obiettivi di digitalizzazione individuati dal PNRR, prendendo in considerazione diversi aspetti della transizione digitale: offerta di servizi online, integrazione con le principali piattaforme nazionali, open data e interoperabilità.
Ben 50 Comuni capoluogo (su 110 monitorati) registrano un buon livello di maturità digitale, in forte crescita rispetto ai 29 dello scorso anno, mentre altri 41 Comuni si collocano nelle fasce medio-alta e 18 in quella medio-bassa.
Maturità digitale, i fattori che la influenzano
Tra i diversi fattori presi in considerazione della ricerca ci sono i servizi digitali, in aumento sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Una crescita legata principalmente al miglioramento diffuso della qualità dei portali dei servizi.
C’è poi il dato relativo alle piattaforme nazionali. In questo caso la ricerca evidenzia un miglioramento nell’integrazione dei sistemi comunali con le piattaforme nazionali. Integrazione che rende più immediato e semplice l’accesso a diversi servizi. Una crescita legata alla progressiva adozione delle diverse piattaforme, soprattutto grazie all’avanzamento delle misure del Pnrr destinate a pagoPA e appIO, identità digitale e notifiche digitali.
L’ultimo aspetto è quello legato ai dati e all’interoperabilità. In questo caso la crescita è dovuta alla forte spinta della PDND (Piattaforma Digitale Nazionale Dati) all’interoperabilità nei capoluoghi. Tuttavia, alcuni Comuni considerati sono indietro su questo fronte, principalmente a causa del ritardo di diverse realtà sul fronte degli Open Data.
