Trasporto intelligente

Infrastrutture, sistemi e opportunità per chi gestisce e viaggia sulle strade, con mezzi propri o pubblici
17 Febbraio 2020 |
Paolo Morati

Chi ha una certa età ricorderà i tempi in cui sui mezzi pubblici c’erano il bigliettaio e l’obliteratrice, la tessera dell’abbonamento aveva un tagliando da inserire ogni mese nella custodia plastificata, mentre presso le banchine di attesa si aspettava cercando di scorgere il bus ignari di quanto mancasse effettivamente al suo passaggio rispetto a quanto segnato su una tabella statica, e i percorsi per spostarsi si elaboravano con la mappa cartacea in mano. Tutto questo è ormai qualcosa del passato, perlomeno in quelle città dove sono in azione i ‘sistemi di trasporto intelligenti’ o ‘ITS’ (Intelligent Transport Systems) ossia quelle “tecnologie informatiche e della comunicazione applicate ai sistemi di trasporto, alle infrastrutture, ai veicoli e alla gestione del traffico e della mobilità.”

Questa definizione è contenuta nel decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’interno e il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, 1° febbraio 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 72 del 26 marzo 2013. Intitolato Diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) in Italia, tale decreto varava “le direttive con cui vengono stabiliti i requisiti per la diffusione, la progettazione, la realizzazione degli ITS, per assicurare disponibilità di informazioni gratuite di base e l’aggiornamento delle informazioni infrastrutturali e dei dati di traffico, nonché le azioni per favorirne lo sviluppo sul territorio nazionale in modo coordinato, integrato e coerente con le politiche e le attività in essere a livello nazionale e comunitario”. Il che a livello tecnologico si tramuta in quei sistemi che raccolgono informazioni sul campo (dalle vetture, le strade, e tutto quanto riguarda la mobilità in generale), le inviano a un centrale dove vengono elaborate, e poi le restituiscono in varia forma diffondendole sui mezzi di trasporto così come su Internet e altre fonti di servizio. E abilitando decisioni – anche automatizzate e in tempo reale – per gestire al meglio disservizi e imprevisti relativi a quanto avviene nelle aree coinvolte.



Si parte dall’Europa

Una tematica ritenuta vitale a livello europeo, quella degli ITS, visto che proprio la Commissione Europea, dal canto suo, lo inquadra sul suo sito di riferimento (https://ec.europa.eu/transport/themes/its_cs) in uno scenario dove tali sistemi possono essere utilizzati per incrementare anche la sicurezza nonché affrontare i crescenti problemi che l’Europa si trova di fronte in termini di emissioni di sostanza e di traffico. Più nel dettaglio i sistemi ITS “possono rendere il trasporto più sicuro, efficiente e sostenibile applicando diverse tecnologie di informazione e comunicazione a tutte le modalità di trasporto passeggeri e merci. Inoltre, l’integrazione con le tecnologie esistenti può creare nuovi servizi. I sistemi ITS sono fondamentali per supportare i posti di lavoro e la crescita del settore trasporti. Tuttavia per essere efficace, il roll-out degli ITS deve essere coerente e coordinato in modo appropriato in tutta la UE”.

Di fatto, come ci ha spiegato Olga Landolfi, segretario generale di TTS Italia, la direttiva di riferimento a livello europeo è la 2010/40/UE del 7 luglio 2010 (da cui deriva il decreto citato in apertura di articolo) che riguarda il quadro generale per la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti nel settore del trasporto stradale e nelle interfacce con altri modi di trasporto. Partendo, si legge nel documento, da queste considerazioni: “L’aumento del volume del trasporto stradale nell’Unione, associato alla crescita dell’economia europea e delle esigenze di mobilità dei cittadini, costituisce la causa principale dell’incremento della congestione dell’infrastruttura stradale e del crescente consumo energetico, nonché una fonte di problemi ambientali e sociali. La risposta a queste grandi sfide non può limitarsi alle misure tradizionali, tra cui l’ampliamento dell’infrastruttura esistente per il trasporto stradale. L’innovazione avrà un ruolo di primo piano nella ricerca di soluzioni adeguate per l’Unione”.


L’aumento del volume del trasporto stradale nell’Unione, associato alla crescita dell’economia europea e delle esigenze di mobilità dei cittadini, costituisce la causa principale dell’incremento della congestione dell’infrastruttura stradale e del crescente consumo energetico, nonché una fonte di problemi ambientali e sociali. La risposta a queste grandi sfide non può limitarsi alle misure tradizionali, tra cui l’ampliamento dell’infrastruttura esistente per il trasporto stradale. L’innovazione avrà un ruolo di primo piano nella ricerca di soluzioni adeguate per l’Unione.

(Direttiva 2010/40/UE del 7 luglio 2010)

Ecco che, prosegue la direttiva, i sistemi ITS “integrano le telecomunicazioni, l’elettronica e le tecnologie dell’informazione con l’ingegneria dei trasporti al fine di pianificare, progettare, rendere operativi, sottoporre a manutenzione e gestire i sistemi di trasporto. L’applicazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione al settore del trasporto stradale e alle interfacce con altri modi di trasporto darà un contributo significativo al miglioramento delle prestazioni ambientali, dell’efficienza, compresa l’efficienza energetica, della sicurezza del trasporto stradale, compreso il trasporto di merci pericolose, della sicurezza pubblica e della mobilità dei passeggeri e delle merci, assicurando al tempo stesso il funzionamento del mercato interno nonché accresciuti livelli di competitività e di occupazione”.



I sistemi cooperativi

È importante riportare quanto viene scritto in questi documenti proprio per comprendere quanto siano ritenute decisive queste tecnologie che vanno a toccare tanti ambiti, con ricadute che vanno (almeno nelle ipotesi dei legislatori) al di là della pura applicazione della tecnologia al business. Ecco che se ad esempio guardiamo alla sicurezza stradale e all’ambiente entrano in gioco anche i cosiddetti sistemi cooperativi, un passo in più sui quali si sta lavorando in questo periodo attivamente proprio in termini normativi. In un report pubblicato circa un anno fa con le considerazioni dei membri dei gruppi di lavoro della cosiddetta ‘C-ITS Platform’ (Platform for the Deployment of Cooperative Intelligent Transport Systems in the European Union) lanciata dalla Commissione Europea nel 2014, si scriveva quindi che l’Europa è “la casa di molte centinaia di città piccole, medie e grandi che sebbene abbiano le rispettive e uniche caratteristiche, condividono la sfida comune di come indirizzare l’urbanizzazione crescente. Qualcosa che sta applicando una crescente tensione sulle reti di trasporto urbano esistenti, con il conseguente peggioramento in termini di congestione e inquinamento e, in ultima analisi, influenzando negativamente la vita quotidiana dei propri cittadini”.

L’obiettivo dei sistemi C-ITS, esposto nel documento, è in definitiva quello di rendere il traffico stradale più sicuro ed efficiente. Tuttavia si evidenzia anche che in un contesto urbano questa è solo una delle tessere di un puzzle più ampio per costruire un sistema di mobilità maggiormente integrato e sostenibile, in particolare facilitando un passaggio modale del trasporto pubblico alle modalità attive. Ecco che secondo il gruppo di lavoro dedicato l’implementazione dei C-ITS nelle aree urbane deve quindi supportare solidi obiettivi di politica locale e dimostrare come può migliorare e inserirsi sugli investimenti ITS esistenti per tutte le modalità di trasporto basate su strada.



I numeri del mercato

Sarà pari a 3,3 miliardi di euro il giro d’affari del mercato ITS per il trasporto pubblico in Europa e Nord America nel 2022. Il dato è contenuto in un recente studio realizzato da Berg Insight che, per quanto riguarda la sola Europa, parla di progetti del valore di 1,4 miliardi di euro nel 2017 che arriveranno a 1,96 miliardi nel 2022, con un tasso di crescita composto annuo del 7%. Stesso andamento per il Nord America destinato a passare da 0,95 a 1,37 miliardi di euro di valore corrispondente. Secondo gli analisti si tratta di un segnale di consapevolezza delle aziende di trasporto pubblico circa i vari benefici dell’ITS ma anche della crescente richiesta da parte dei viaggiatori di informazioni in tempo reale.
Secondo Levi Östling, IoT Analyst di Berg Insight, “Gli stakeholder del trasporto pubblico si stanno sempre più rendendo conto della necessità di investire in capacità di mobilità integrata per poter restare rilevanti come fornitori di servizi di mobilità urbana”. L’idea è quindi che l’abilitazione di questi servizi, che connettono senza soluzione di continuità più modalità di trasporto gestite da un insieme variegato di attori pubblici e privati, costituirà un fattore chiave di successo per i fornitori di sistemi ITS per il trasporto pubblico nei prossimi anni. “Le soluzioni a diretto contatto con i passeggeri come la pianificazione integrata del percorso e soluzioni di pagamento della tariffa hanno già raggiunto un livello di maturità relativamente alto e vivranno una crescita particolarmente accentuata nei prossimi anni”, conclude Östling.



Bibliografia

www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2013/03/26/72/sg/pdf
eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32010L0040&from=SL

ec.europa.eu/transport/sites/transport/files/2017-09-c-its-platform-final-report.pdf


Paolo Morati
Giornalista professionista, dal 1997 si occupa dell’evoluzione delle tecnologie ICT destinate al mondo delle imprese e di quei trend e sviluppi infrastrutturali e applicativi che impattano sulla trasformazione di modelli e processi di business, e sull’esperienza di utenti e clienti.

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