Le diverse prospettive della sicurezza

Proteggere, intervenire e controllare luoghi e spazi pubblici. E non solo
4 Marzo 2020 |
Paolo Morati

Quello della sicurezza urbana è un tema costantemente all’ordine del giorno a livello locale e nazionale – così come internazionale – e sul quale si dibatte quotidianamente per trovare la giusta chiave di lettura e strategia da applicare. E che all’interno D.L. 20 febbraio 2017, n. 14, quindi convertito dalla Legge 18 aprile 2017, n. 48, ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città’ viene definita “il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso interventi di riqualificazione, anche urbanistica, sociale e culturale, e recupero delle aree o dei siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, la prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio, la promozione della cultura del rispetto della legalità e l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile, cui concorrono prioritariamente, anche con interventi integrati, lo Stato, le Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali, nel rispetto delle rispettive competenze e funzioni”.

Insomma un oggetto di dibattito e azione (e non solo reazione) che comprende diversi argomenti e aree di intervento e che con il servizio delle prossime pagine, portiamo all’attenzione dei lettori proponendo più punti di vista, prendendo in considerazione aspetti sociali, organizzativi e tecnologici. E un oggetto che lo scorso marzo in un documento della Commissione Europea intitolato ‘Good practices to support the protection of public spaces’ ha anch’essa affrontato con particolare riferimento alla protezione degli spazi pubblici, riassumendo una serie di best practice da applicare per migliorarla, nel rispetto delle leggi e in collaborazione con le forze dell’ordine.



Una valutazione adeguata

Nella prima sezione del documento si parla della necessità di prevedere ed eseguire una valutazione delle vulnerabilità allo scopo di individuare quelli potenziali rispetto sia a chi opera internamente che a chi si trova esternamente alle aree da proteggere. Quindi è suggerito lo sviluppo
e l’implementazione di un piano di sicurezza che tenga conto dell’ambiente e dell’evento da andare a tutelare identificando quindi le misure appropriate. Ecco che va poi nominato un responsabile che si prenda in carico il coordinamento e l’implementazione di quanto previsto nel piano di sicurezza e nel contempo va sviluppato e implementato un piano di gestione delle crisi.

Nella seconda sezione si affronta invece il tema della consapevolezza e della formazione, per cui si richiede la strutturazione delle campagne per creare conoscenza su eventuali comportamenti sospetti e quindi come reagire in caso di eventi a compromissione della sicurezza, sviluppando nel contempo un programma di ‘awareness’ interno per le persone coinvolte nell’area in oggetto, e di protezione rispetto a fenomeni come sabotaggi o attacchi terroristici. Da non dimenticare anche l’aspetto della formazione per tutto lo staff per far sì che segua sia le pratiche corrette in ambito sicurezza e che si mostri vigile rispetto a quanto accade intorno ad esso. Ecco che è utile nel contempo svolgere esercitazioni per capire quale sia il grado di preparazione e reazione rispetto a un possibile evento di sicurezza.



Tecnologia e cooperazione

Le terza sezione dal canto suo si occupa della necessità di compiere una valutazione della sicurezza e della protezione fisica fin dall’inizio del processo di design (la cosiddetta security by design) sia di un nuovo spazio o struttura che di un evento da tutelare. Con ben in mente il concetto di resilienza, e implementando i necessari controlli e barriere evitando contemporaneamente di introdurre nuove occasioni vulnerabilità.

Fronte tecnologie il suggerimento è quindi di introdurre i sistemi di rilevazione adeguati compresi quelli, in occasione di particolari eventi, in grado di rilevare la presenza di eventuali materiali e oggetti pericolosi. Importante è infine, quarta sezione, il tema della cooperazione e comunicazione tra pubblico e privato chiarendo i rispettivi ruoli e responsabilità, creando i canali e le regole corretti per lo scambio di informazioni. Il tutto in modo tempestivo e con reciproca fiducia e conducendo un lavoro coordinato per la protezione degli spazi pubblici a livello, locale, regionale e nazionale. Condividendo infine materiale e best practice sull’argomento.



La crescita della videosorveglianza

Come abbiamo anticipato nelle prossime pagine affronteremo il tema della sicurezza urbana sotto vari aspetti compreso quello tecnologico. Prima di procedere quindi forniamo qualche numero su un mercato, quello della videosorveglianza, che proprio su tale argomento entra in diretta causa. Secondo la definizione fornita da Allied Market Reserach parliamo di sistemi utilizzabili in praticamente qualsiasi ambiente e settore, Pubblica Amministrazione compresa, che sono in grado di catturare immagini e video che possono essere compressi, memorizzati o inviati attraverso reti di comunicazione. Ecco che la società di ricerca ha previsto un deciso aumento nella richiesta di queste applicazioni per diversi fini, e quindi il monitoraggio e registrazione di quanto avviene presso confini, punti di accesso, infrastrutture di trasporto, aziende, luoghi ed edifici pubblici, e altro ancora. Parliamo di un settore che nel periodo 2018-2025 è previsto crescere a un tasso annuo composito del 14,2% per arrivare a circa 87,3 miliardi di dollari, e con innovazioni tecnologiche che hanno visto il passaggio dai sistemi analogici, con le vecchie infrastrutture CCTV, a quelli basati su sistemi che sfruttano il protocollo IP. E con la integrazione in corso con i sensori IoT (Internet of Things) non solo puntando alla sicurezza ma anche in veste di abilitatori dei servizi più ampi per le smart city, ossia i servizi intelligenti destinati ai cittadini. Tenendo presente che lo studio in oggetto puntualizza infine che si tratta di un settore che non include solo l’hardware (quindi telecamere, sistemi di storage, monitor…) ma anche la parte di software (gestione e analisi dei dati) e servizi. Senza dimenticare l’importanza di avere personale formato con le competenze adeguate a implementare così come lavorare con tali sistemi.



Investimenti europei

Nell’ambito del programma quadro dell’Unione Europea Horizon 2020 per la ricerca e innovazione sono state identificate sette sfide considerate prioritarie e per le quali l’investimento nella ricerca e l’innovazione possono avere un impatto reale a beneficio dei cittadini. Tra queste c’è quella della Società sicure – proteggere la libertà e la sicurezza dell’Europa e dei suoi cittadini, con l’obiettivo specifico di “promuovere società europee sicure in un contesto di trasformazioni senza precedenti e interdipendenze e minacce crescenti di portata mondiale, rafforzando nel contempo la cultura europea della libertà e della giustizia… I mutamenti nel carattere e nella percezione dell’insicurezza nella vita quotidiana possono influire sulla fiducia dei cittadini non solo nei confronti delle istituzioni, ma anche a livello interpersonale”.


Ecco che il centro delle attività comprende:

• la lotta alla criminalità, ai traffici illeciti e al terrorismo, anche comprendendo e affrontando le idee e le credenze dei terroristi;

• la protezione e il potenziamento della resilienza delle infrastrutture essenziali, delle catene di approvvigionamento e dei modi di trasporto;

• il rafforzamento della sicurezza attraverso la gestione delle frontiere;

il miglioramento della sicurezza informatica;

• l’aumento della resilienza dell’Europa a crisi e catastrofi;

• la garanzia della vita privata e della libertà, anche su internet, e il miglioramento della comprensione, da un punto di vista sociale, giuridico ed etico, di tutti i settori della sicurezza, del rischio e della relativa gestione;

• il rafforzamento della standardizzazione e dell’interoperabilità dei sistemi, anche per fini di emergenza;

• il sostegno delle politiche di sicurezza esterne dell’Unione, tra cui la prevenzione dei conflitti e il consolidamento della pace.





Opinioni e precauzioni dei cittadini

Alcuni dati contenuti nell’indagine sulla ‘Sicurezza dei cittadini’ pubblicata da ISTAT il 22 giugno dello scorso anno con lo scopo dichiarato di fornire un quadro articolato di indicatori sulla preoccupazione di subire reati e delle relative conseguenze e sul livello di degrado socio-ambientale della zona in cui si vive.


Paolo Morati
Giornalista professionista, dal 1997 si occupa dell’evoluzione delle tecnologie ICT destinate al mondo delle imprese e di quei trend e sviluppi infrastrutturali e applicativi che impattano sulla trasformazione di modelli e processi di business, e sull’esperienza di utenti e clienti.

InnovazionePA è una iniziativa Soiel International, dal 1980 punto d’informazione e incontro per chi progetta, realizza e gestisce l’innovazione.
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